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News dall'Osservatorio SIRP

27.03.2019

Hematopoietic stem cell transplantation for CD40 ligand deficiency: results from an EBMT/ESID-IEWP-SCETIDE-PIDTC Study

Hematopoietic stem cell transplantation for CD40 ligand deficiency: results from an EBMT/ESID-IEWP-SCETIDE-PIDTC Study

Ferrua F, Galimberti S, Courteille V, Slatter MA, Booth C, Moshous D, Neven B, Blanche S, Laberko A, Shcherbina A, Balashov D, Soncini E, Porta F, Al-Mousa H, Al-Saud B, Al-Dhekri H, Arnaout R, Formankova R, Bertrand Y, Lange A, Smart J, Wolska-Kusnierz B, Aquino VM, Dvorak CC, Fasth A, Fouyssac F, Heilmann C, Hoenig M, Schuetz C, Kelečić J, Bredius RGM, Lankester AC, Lindemans CA, Suarez F, Sullivan KE, Albert MH, Kałwak K, Barlogis V, Bhatia M, Bordon V, Czogala W, Alonso L, Dogu F, Gozdzik J, Ikinciogullari A, Kriván G, Ljungman P, Meyts I, Mustillo P, Smith AR, Speckmann C, Sundin M, Keogh SJ, Shaw PJ, Boelens JJ, Schulz AS, Sedlacek P, Veys P, Mahlaoui N, Janda A, Davies EG, Fischer A, Cowan MJ, Gennery AR; SCETIDE, PIDTC, EBMT & ESID IEWP.

J Allergy Clin Immunol. 2019 Jan 17.

Francesca Ferrua e collaboratori hanno condotto uno studio osservazionale retrospettivo sulla maggiore casistica mondiale, 130 pazienti di 36 centri di 18 Stati, inclusi nei registri di trapianto e trattamento delle immunodeficienze (SCETIDE e EBMT per centri di Europa, Arabia Saudita e Australia, e PIDTC per centri del Nord America), che sono stati sottoposti negli anni 1993-2015 a trapianto di cellule staminali ematopoietiche per deficit di CD40L, una severa immunodeficienza congenita a trasmissione legata all’X. In questi pazienti, la suscettibilità verso infezioni batteriche e da intracellulari espone al rischio, dalla prima infanzia, in particolare di polmonite interstiziale da Pneumocystis jerovecii ed infezione intestinale da Cryptosporidium spp con rischio di esitare in severa patologia delle vie biliari. L’analisi delle diverse variabili relative a modalità di trapianto e sopravvivenza é stata condotta considerando due diverse fasce temporali, prima e dopo l’anno 2000, considerando i rapidi progressi nel campo della diagnostica e management di pazienti con immunodeficienza primitiva. Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche rappresenta l’attuale trattamento curativo del difetto immunologico. Gli autori hanno osservato che l’assenza di danno d’organo pre-trapianto (colangite sclerosante, diarrea protratta, infezione da Cryptosporidium), e un’età al trapianto <10 anni si associano a miglior outcome (sopravvivenza globale al 90% a 2 e 5 anni post-trapianto nei pazienti < 5 anni). Il timing del trapianto dopo la diagnosi (entro i due anni) ed un regime di condizionamento mieloablativo condizionano la sopravvivenza sia globale che libera da malattia, con una migliore sopravvivenza libera da eventi con trapianto da fratello/sorella HLA-compatibile e con cellule staminali da midollo osseo. Regimi di condizionamento non mieloablativi o a ridotta intensità sono stati osservati nei casi di rigetto. La mortalità é stata osservata legata a complicanze infettive post-trapianto o alla progressione della malattia. I continui progressi nella terapia genica (es. “gene editing”) potranno rappresentare una potenziale alternativa terapeutica, soprattutto nei pazienti ad elevato rischio pre-trapianto.

Commento a cura della Dr.ssa Laura Dotta (SIRP Junior)