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News dalla Letteratura Scientifica


19.11.2012

Sensibilizzazione agli alimenti e fegato: un legame che precede l’epatotrapianto?

I bambini con disfunzione epatica severa presentano, in una elevata percentuale di casi, una sensibilizzazione agli allergeni alimentari già prima di ricevere il trapianto di fegato. E’ quanto emerge dallo studio di Brown del King’s di Londra. Era già noto che i bambini epatotrapiantati prima dei 3 anni di vita avessero un maggiore rischio di allergia alimentare, generalmente attribuito all’immunosoppressione farmacologica del post-trapianto. Con lo studio di Brown viene fuori che la sensibilizzazione precede il trapianto di fegato. 

Nel 2009 per la prima volta Levy aveva evidenziato che l’allergizzazione agli alimenti si osservava prevalentemente in seguito a trapianto di fegato piuttosto che dopo trapianto di rene, suggerendo un ruolo specifico del fegato anziché della terapia immunosoppressiva nel determinismo dell’allergia alimentare. 

Sebbene nei modelli animali il ruolo del fegato nell’induzione della tolleranza agli antigeni orali sia stato chiaramente documentato, il ruolo del fegato nella patogenesi delle allergie alimentari non è stato ben chiarito nell’uomo.

In questo studio prospettico su una coorte di 50 bambini epatotrapiantati prima dei 3 anni di vita, erano analizzati comparativamente i livelli di IgE totali e di IgE specifiche (proteine del latte vaccino, uovo ed arachidi) prima e dopo il trapianto. Il 70% dei pazienti mostrava prima dell’epatotrapianto una sensibilizzazione a uno o più alimenti, mentre il 36% risultava sensibilizzato dopo l’epatotrapianto. Il 20% presentava nel pre-trapianto livelli di IgE specifiche orientativi di positività del test di provocazione orale. Il grado di sensibilizzazione agli alimenti nel pre-trapianto risultava direttamente correlato al livello di disfunzione epatica, quantificato con il PELD score. Nella coorte in studio, come atteso, la reattività clinica agli alimenti si manifestava generalmente dopo il trapianto di fegato. La sensibilizzazione agli allergeni alimentari non era invece osservata con la stessa frequenza in un gruppo comparabile di trapiantati di rene. Quindi è la malattia di fegato piuttosto che il trapianto a favorire lo sviluppo di allergie alimentari.

Questo studio permette di ipotizzare che il danno epatico nelle epoche precoci della vita possa essere un fattore di rischio per lo sviluppo di allergia alimentare nell’uomo. Tuttavia la latenza tra l’insorgenza della sensibilizzazione e le manifestazioni cliniche dell’allergia (prevalenti dopo il trapianto) resta inspiegata. Un limite di questo studio è dato dal fatto che le IgE specifiche per gli allergeni alimentari non sempre riflettono la reattività clinica all’alimento. Difatti, il gold standard per la diagnosi di allergia alimentare è il test di provocazione orale. 

Certamente questo studio offre nuovi spunti per lo studio delle interazioni tra fegato e sistema immunitario. Il fegato potrebbe esser visto quindi come organo immunitario complesso che controlla, da un lato, le risposte immunitarie efficaci, e dall’altro, l’induzione della tolleranza. 

Commento di: Giusy Ranucci
Dipartimento di Pediatria
Università di Napoli Federico II