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La SIRP "sulla notizia"

27.03.2020

COVID-19 News




At the Epicenter of the Covid-19 Pandemic and Humanitarian Crises in Italy: Changing Perspectives on Preparation and Mitigation

Nacoti M. et al.
New England Journal of Medicine, March, 2020

Summary a cura di Claudio Pignata

Non si può restare insensibili al grido di dolore dei Colleghi dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, in cui si evidenzia che un terzo dei posti letto disponibili e il 70 % dei posti letto di terapia intensiva sono dedicati ai pazienti COVID-19. Senza che siano rispettate le procedure standard di prevenzione del contagio e soprattutto non potendo più assicurare le prestazioni sanitarie ordinarie al malato non-COVID. Viene sottolineato che gli Ospedali sono i principali strumenti di diffusione del contagio soprattutto dei pazienti non COVID. Gli Autori richiamano fortemente l’urgenza di passare da un sistema sanitario Centrato sul Paziente a un sistema Centrato sulla Comunità con attivazione di percorsi di assistenza domiciliare mediante equipe mobili di pronto intervento.


SARS-CoV-2 Infection in Children

Lu X, et al. 
N Engl J Med. 2020 Mar 18. doi:10.1056/NEJMc2005073
 
Summary a cura di Germana Nardini
 
Nella Letter to the Editor pubblicata il 18 Marzo 2020 sul New England Journal of Medicine, vengono riportati i dati riguardanti la popolazione pediatrica sull’infezione da SARS-CoV-2, aggiornata al 10 Marzo 2020, provenienti da una review di 72.314 casi eseguita dal Chinese Center for Disease Control and Prevention. I dati mostrano che meno dell’1% dei casi di infezione da SARS-CoV-2 riguarda bambini sotto i 10 anni di età. 1391 bambini sotto i 16 anni di età, sintomatici e asintomatici, entrati a contatto con una persona con sospetta o confermata infezione da SARS-CoV-2, hanno eseguito il tampone nasofaringeo per la ricerca del SARS-CoV-2 RNA. Di questi, il 12.3% è risultato positivo con una media di 6.7 anni di età. Sintomi comuni sono risultati febbre (41.5%), tosse (48.5%), iperemia faringea (46.2%). Il 15.8% dei pazienti è risultato invece asintomatico. Solo 12 pazienti si sono presentati con un quadro di polmonite asintomatica, individuata radiologicamente. 3 pazienti, che avevano una condizione di comorbidità (idronefrosi, leucemia in trattamento chemioterapico e invaginazione intestinale) hanno necessitato di ricovero in terapia intensiva e supporto ventilatorio meccanico. Di questi uno è deceduto per insufficienza multi organo (il bambino con invaginazione). Altre caratteristiche riscontrate nei pazienti affetti sono: linfopenia (3.5%), opacità a vetro smerigliato bilaterale (32.7%). Il report mostra che l’infezione da SARS-CoV-2 in età pediatrica ha un ampio spettro di manifestazioni, in generale molto più lievi rispetto agli adulti e spesso anche assenti. Rimane utile valutare i potenziali determinanti di trasmissione dell’infezione di questi pazienti asintomatici, per meglio guidare le misure di controllo epidemiologiche. 
 

Detection of Covid-19 in Children in Early January 2020 in Wuhan, China

Liu W et al.
N Engl J Med. 2020. doi: 10.1056/NEJMc2003717
 
Summary a cura di Federica Annunziata
 
Nel New England Journal of Medicine del 12 marzo 2020 sono esposti i dati di un’analisi retrospettiva condotta su 366 pazienti pediatrici ricoverati per infezione respiratoria presso tre diversi stabilimenti del Tongji Hospital nella città di Wuhan, nel periodo che va dal 7 al 15 Gennaio 2020. Questi pazienti sono stati retrospettivamente sottoposti a tampone faringeo, risultato positivo per SARS-CoV-2 in 6 pazienti (1.6%). Si trattava di bambini senza patologie pregresse e con età mediana di 3 anni. Le caratteristiche cliniche osservate in questo gruppo sono state febbre alta (n=6), tosse (n=6) e vomito (n=4) e quelle di laboratorio linfopenia (n=6), leucopenia (n=4) e neutropenia (n=3). Uno dei sei pazienti ha mostrato alla TAC del torace un quadro suggestivo di polmonite virale ed è stato l’unico dei sei pazienti a necessitare di cure presso la terapia intensiva pediatrica. Tutti i sei pazienti sono stati trattati empiricamente con farmaci antivirali, antibiotici e terapie di supporto e sono guariti dopo una mediana di 7.5 giorni. Nessuno dei sei pazienti o dei membri delle loro famiglie aveva frequentato il Huanan Seafood Wholesale Market (luogo a cui sono stati collegati i primi casi di Covid19), non avevano avuto contatti tra loro e uno dei pazienti proveniva perfino da una città diversa da Wuhan e non risultavano spostamenti fuori città di nessun membro della famiglia nel mese precedente all’insorgenza dei sintomi. Questo studio ha mostrato come l’infezione da Covid19 si sia manifestata nei bambini sin dalle fasi iniziali della diffusione del SARS-CoV-2 nella città di Wuhan. 
 

 
Clinical characteristics and intrauterine vertical transmission potential of COVID-19 infection in nine pregnant women: a retrospective review of medical records

Huijun Chen et al.
Lancet 2020
 
Summary a cura di Emma Coppola

Il gruppo dell’Ospedale Universitario di Whuan ha condotto uno studio retrospettivo su nove donne tra la 36° e la 39° settimana di gestazione con documentata infezione da SARS-Cov-2, al fine di caratterizzare le manifestazioni cliniche dell’infezione nelle gestanti e il rischio di trasmissione verticale del virus. Le pazienti presentavano, analogamente a quanto accade nella popolazione generale adulta, sintomi, quali febbre (n=7), tosse (n=4) e mialgia (n=3). Le due pazienti apiretiche prima del parto, hanno presentato febbre post-partum. La TAC di 8 pazienti mostrava multiple aree polmonari con aspetto a “vetro smerigliato”: nessuna delle pazienti ha, però, sviluppato i sintomi di una polmonite severa o avuto necessità di terapie ventilatorie di supporto. Le complicanze gravidiche insorte a valle della documentata infezione da SARS-Cov-2 sono state rottura prematura di membrane (n=2) e sofferenza fetale (n=2). Tutte le pazienti sono state sottoposte a taglio cesareo per motivi diversi (TC pregresso, sofferenza fetale), ma anche nell’ottica di prevenire un eventuale rischio di trasmissione verticale tramite passaggio attraverso il canale del parto. I neonati non hanno presentato asfissia, distress respiratorio e/o febbre e nessuno di loro ha avuto necessità di trattamenti specifici. Sono stati analizzati il liquido amniotico, il sangue cordonale e campioni di tampone neonatale alla nascita di 6 pazienti, per escludere il rischio di infezione intrauterina: tutti i campioni sono risultati negativi al SARS-Cov-2. Anche la ricerca del virus nel latte materno ha dato esito negativo. Si conclude che non sembra esserci rischio di trasmissione materno-fetale dell’infezione nell’ultimo trimestre di gravidanza, pur se l’esiguo numero di pazienti resta il principale limite di questo studio. Resta ancora da chiarire se ci sia un rischio di trasmissione dell’infezione nel primo e nel secondo trimestre di gravidanza e/o un rischio di trasmissione in corso di parto spontaneo nel passaggio attraverso il canale del parto.